La formazione continua può essere favorita mediante disposizioni dei contratti collettivi di lavoro (CCL). In tale contesto, un progetto di Travail.Suisse Formation TSF intende ricercare quali CCL contengono tale disciplina e quali disposizioni contribuiscono a fare in modo che anche persone scarsamente qualificate – vi abbiano accesso. Il progetto peraltro viene supportato dalla Legge federale sulla formazione continua (LFCo)[1].
È noto che sono soprattutto le persone scarsamente qualificate che non partecipano alla formazione continua. Una ragione di tale situazione è costituita dal fatto che, di regola, queste persone ricevono poco supporto. Ma qual è la situazione nei CCL? Tali contratti sostengono la formazione continua? Oppure tali contratti privilegiano particolarmente lavoratori ben qualificati? Un progetto di Travail.Suisse Formation TSF ha quale obiettivo di analizzare la regolamentazione dei diversi CCL e, in particolare, proprio quelle disposizioni che sono in grado di agevolare l’accesso alla formazione continua da parte di persone scarsamente qualificate e/o ‘estranei’ a essa.
Primi accertamenti
In via di principio è possibile affermare che ogni occasione di formazione continua prevista dai vigenti CCL è accessibile a tutti i dipendenti a cui tali CCL si riferiscono; tuttavia, sono proprio le persone scarsamente qualificate – e quelle estranee a tale sistema di formazione – a trovare ostacoli.
- Esempio 1: quando i dipendenti non dispongono di un attestato di apprendistato, spesso il loro accesso alla formazione continua – prevista dai vigenti CCL – trova ostacoli, in quanto molte offerte formative presuppongono una adeguata formazione di partenza.
- Esempio 2: sovente i corsi vengono offerti in una lingua nazionale; formalmente, ai partecipanti non si richiedono specifiche capacità linguistiche, tuttavia, di fatto, tali conoscenze sono presupposte per poter partecipare ai corsi e per poter sostenere gli esami finali. Pertanto, quei dipendenti che non padroneggiano sufficientemente la lingua (nazionale) del corso sono sostanzialmente svantaggiati.
- Esempio 3: al fine di rendere accessibile la partecipazione alla formazione continua da parte di persone scarsamente qualificate – e/o a quelle distanti da tale sistema – sono necessarie offerte mirate a specifici target di utenti nonché apposite campagne di informazione. Quindi la domanda è: esistono tali campagne e – in caso di risposta affermativa – con quale successo?
- Esempio 4: la partecipazione da parte di persone scarsamente qualificate – e/o di quelle distanti dal sistema formativo – dipende anche dalla misura in cui i datori di lavoro sostengono – o meno – tale partecipazione. Ad esempio, se essi fanno pressione sulla presenza in azienda o magari temono di dover affrontare maggiori costi salariali in ragione della formazione dei loro collaboratori, allora non terranno conto degli interessi dei lavoratori svantaggiati nell’ambito della formazione continua e, quindi, non la incentiveranno né la sosterranno.
Alla ricerca di buoni esempi
In altri termini, ci si pone la domanda: esistono CCL in grado di abbattere tali ostacoli e, quindi, di facilitare l’accesso alla formazione continua da parte di persone scarsamente qualificate e/o lontane da essa? Il progetto di Travail.Suisse Formation TSF mira soprattutto a documentare CCL che contengono buoni esempi per l’integrazione delle suddette persone nella formazione continua. Peraltro, accanto allo studio della normativa dei vigenti CCL, l’intento è anche quello di ricercare colloqui diretti con le rispettive Commissioni paritetiche. Le loro esperienze dovranno essere riportate in un reporting che evidenzi quali regolamentazioni CCL sono in grado di migliorare la partecipazione alla formazione continua di persone scarsamente qualificate e/o lontane da tale sistema formativo. Il progetto dovrebbe essere concluso entro la fine del 2024.