Molti contratti collettivi di lavoro (CCL) contengono disposizioni sulla formazione continua. Attualmente, Travail.Suisse Formation TSF analizza tali contratti – tra l’altro – è confrontata con la questione sugli effetti che tali disposizioni potranno avere rispetto a questi settori, aziende e collaboratori. Qui di seguito, otto brevi riflessioni in merito:
1. Basi per la formazione continua di settore
Gli specifici settori conoscono al meglio le competenze necessarie per lo svolgimento delle attività nell’ambito dei rispettivi ambiti. Infatti, nella loro cerchia operano proprio quelle persone che dispongono delle necessarie competenze e che, quindi, sono in grado di insegnarle. Ha senso allora che siano proprio gli specifici settori a regolamentare direttamente la formazione continua mediante disposizioni dei rispettivi CCL che ne stabiliscano il programma, acquisendo così maggiore autonomia rispetto a terzi offerenti.
2. Stabile base finanziaria e strutturale
Peraltro, la regolamentazione mediante CCL riesce a garantire alla specifica offerta formativa una stabile base finanziaria e strutturale, finalizzando parte delle risorse agli organi paritari della formazione e della formazione continua. Inoltre, si può legittimamente presumere che la specifica offerta di settore sia generalmente più conveniente per le aziende e per i collaboratori rispetto ad analoghe offerte esterne. Quindi, la disciplina della formazione continua mediante CCL contribuisce a contenere i costi per aziende e collaboratori.
3. Comunicazione mirata
Per la propria gestione, ciascun settore che rientra in uno specifico CCL dipende dalla lista dei propri membri; tale dipendenza riguarda pure la formazione e la formazione continua. Infatti, grazie all’esistenza di tale lista, la comunicazione in tema di formazione e formazione continua può essere fatta in modo mirato, così da garantire il raggiungimento di aziende e dipendenti di settore. In questo modo, aumentano le chance che le offerte formative possano aver luogo, grazie ad un sufficiente numero di partecipanti ai corsi.
4. Abbattimento di ostacoli alla formazione continua
Secondo quanto riferisce l’Ufficio federale di statistica, le principali ragioni per le quali le persone rinuncerebbero alla formazione continua sarebbero «la mancanza di tempo» e «la carenza di denaro». Mediante la regolamentazione della formazione continua nei CCL, i vari settori hanno la possibilità di contribuire a colmare tali carenze, finanziando i corsi mediante fondi di formazione e riconoscendo indennità sostitutive di salario.
5. Eliminazione dello svantaggio competitivo a causa della formazione continua e maggiore qualità
Nell’ambito di ciascun settore, le aziende sono in concorrenza tra loro nell’acquisizione di personale. In molti casi, prevale l’azienda in grado di fare la migliore offerta lavorativa. La formazione continua costa e, quindi – nella ricerca del personale – se ne avvantaggiano proprio le aziende che risparmiano sui costi di formazione. Tuttavia, la mancanza o la carente formazione continua è certamente penalizzante per l’evoluzione qualitativa di settore. Pertanto, la regolamentazione formativa nell’ambito dei CCL è in grado di contrastare tale svantaggio. Quando invece la formazione continua viene finanziata in modo solidale via CCL le singole aziende non sono più svantaggiate in ambito formativo nella loro competizione all’interno di settore: da tutto questo scaturisce un vantaggio per lo sviluppo qualitativo dell’intero settore.
6. Base per specifici progetti e programmi di settore
La regolamentazione via CCL sulla formazione continua può costituire la base per necessari progetti e programmi di settore. Infatti, sempre più frequentemente i diversi settori sono confrontati con la soluzione di significativi problemi, in particolare, per le seguenti ragioni:
- l’introduzione di nuove tecnologie;
- la crescente competitività dovuta ai cambiamenti tecnologici e politici;
- il superamento di significative sfide (cambiamenti climatici, sostenibilità, economia circolare, crisi energetica e simili);
- il problema della carenza di personale specializzato e il recupero di nuovi gruppi di riferimento (gente che rientra nel mondo del lavoro, migranti, portatori di disabilità).
Quindi, grazie a specifiche disposizioni contrattuali collettive e ai finanziamenti via CCL, è possibile attuare progetti nell’ambito delle specifiche aree problematiche e sviluppare i relativi programmi per determinati gruppi di riferimento (persone scarsamente qualificate, personale non di madrelingua, personale che rientra nel mondo del lavoro).
7. Sostegno di progetti nazionali
Ci sono diversi progetti che i partner nazionali (Confederazione, cantoni, organizzazioni mantello e partner sociali) hanno promosso singolarmente o collettivamente per il potenziamento della formazione continua; tra gli altri, ad esempio, la «Promozione delle competenze di base degli adulti», il progetto «Semplicemente meglio! …al lavoro», il «Coaching formazione continua per le PMI» e la valutazione gratuita della situazione individuale per gli adulti dai 40 anni nell’ambito dell’iniziativa «viamia». I CCL di settori possono attivarsi, informando i loro membri (aziende, sindacati, dipendenti), motivandoli a partecipare ai corsi di formazione e contribuendo agli eventuali costi residuali non coperti da simili progetti.
8. Sostegno delle aziende in linea con il principio di assistenza
Il CCL con chiare regole sulla formazione continua favorisce le aziende anche in ordine all’attuazione del principio solidaristico. Infatti, grazie al finanziamento solidale della formazione continua in ambito CCL, per l’azienda risulta più agevole autorizzarla per i propri collaboratori, in quanto i relativi costi non incidono – o incidono solo in misura ridotta – sui costi aziendali correnti.