L’organizzazione Travail.Suisse Formation persegue l’obiettivo di facilitare la formazione continua alle persone con disabilità della vista. Una rappresentante della Confederazione spiega perché proprio questo gruppo di utenti richiede attenzione.
Travail.Suisse Formation si è posta l’obiettivo di facilitare l’accesso alla formazione rispetto a persone che presentano disabilità della vista (cieche o ipovedenti). Perché la Segreteria di Stato per la formazione la ricerca e l’innovazione (SEFRI) sostiene questo progetto?
Marie-Louise Bartlome è responsabile – all’interno della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) – per la convenzione sulle prestazioni con le organizzazioni della formazione continua nell’ambito della Legge federale sulla formazione continua (LFCo): L’apprendimento a vita – il cosiddetto Life Learning – è importante sia per lo sviluppo della persona, sia per la società e il mondo professionale. Il sapere e le qualifiche devono costantemente adeguarsi alle mutate condizioni sociali ed economiche. Tuttavia, persone che presentano problemi di vista, spesso incontrano ostacoli nel momento in cui vogliano approfittare della formazione continua.
Dasselbe gilt doch für Menschen mit anderen Beeinträchtigungen, etwa im auditiven, mobilen und kognitiven Bereich. Wieso engagiert man sich nun ausgerechnet im visuellen Bereich?
Bund und Kantone sind bestrebt, die Chancengleichheit für alle Menschen mit Beeinträchtigungen zu verbessern. In der Vergangenheit lag der Fokus wohl etwas stärker auf den Mobilitätsbehinderungen. Beim Stichwort Behinderung denken eben viele zuerst an einen Rollstuhlfahrer. Doch im Bildungsbereich sind Sehbehinderte wohl mindestens so stark gefordert. Denn bei den Bildungsinstitutionen ist das Knowhow, wie man die digitalen Unterrichtsmaterialien für Sehbehinderte zugänglich macht, noch nicht sehr verbreitet. Wenn in der nächsten Periode auch Projekte für andere Beeinträchtigungsformen eingereicht werden, begrüssen wir das natürlich.
Ma la stessa difficoltà vale anche rispetto a persone che presentano altre disabilità – ad esempio, difficoltà di natura uditiva, motoria o cognitiva: perché impegnarsi allora proprio nell’ambito della disabilità della vista?
Confederazione e Cantoni sono orientati a migliorare la parità di opportunità rispetto a tutte le persone disabili. In passato, il fulcro dell’attenzione era concentrato sulle difficoltà motorie. Infatti, l’idea di disabilità fa subito pensare a una persona nella sedia a rotelle. Tuttavia, le persone con disabilità visive incontrano almeno un pari grado di difficoltà. Infatti, presso le istituzioni di formazione è ancora carente il know how che consenta la messa a disposizione di adeguato materiale didattico digitale. Se in un prossimo futuro saranno presentati progetti per venire incontro ad altre forme di disabilità, saremo ben lieti di occuparcene.
Perché occorrono specifiche misure per la formazione continua? Molte scuole universitarie professionali dispongono già di ampi percorsi formativi per persone disabili e molto è stato realizzato.
Le scuole universitarie professionali – al pari di altre scuole professionali – sono sovvenzionate dai Cantoni e dalla Confederazione e sono tenute a eseguire lo specifico mandato istituzionale nell’ambito delle pari opportunità. Soprattutto i più grandi offerenti hanno realizzato molto in tale ambito. Certamente, le persone con disabilità già beneficiano dell’abbattimento di tante barriere e dell’acquisizione di esperienze – in pari misura – sia nella formazione di base, sia nell’ambito della formazione continua universitaria. Altri offerenti – dal piccolo studio di Yoga, alle scuole private di informatica per arrivare alle scuole di lingua che operano a livello nazionale – sono orientati invece al principio della domanda e alla redditività delle attività. Spesso questi operatori, invece, sono meno sensibilizzati su specifiche tematiche. Il progetto di Travail.Suisse Formation ci piace particolarmente proprio perché intende sensibilizzare l’intera popolazione sulle esigenze delle persone che presentano disabilità visive.
Perché è stata presa in considerazione proprio Travail.Suisse Formation? Un’organizzazione di non vedenti non avrebbe avuto forse maggiore esperienze specifiche?
L’organizzazione Travail.Suisse Formation, costituita agli inizi del 2016, soddisfa tutti i necessari requisiti richiesti per legge: infatti, occupandosi prevalentemente di problematiche della formazione continua ed essendo in grado di garantire una prestazione sovraordinata per l’intero sistema della formazione continua, soddisfa proprio quelle esigenze che sono alla base della legge sulla formazione continua. Peraltro, da sempre Travail.Suisse Formation collabora direttamente con organizzazioni di disabili e si avvale delle preziose esperienze acquisite.
Alla fine dello scorso novembre lei ha partecipato al workshop di Travail.Suisse Formation a Olten; in tale occasione è stata elaborata la lista dei criteri che dovrebbe servire da linea guida per le istituzioni della formazione continua confrontate con persone con disabilità della vista. Quali impressioni ha tratto da tale partecipazione?
Ho trovato lo scambio di esperienze molto promettente: partecipanti provenienti da tutto il paese e dalle diverse regioni linguistiche – unitamente a rappresentanti di offerenti di formazione, di organi pubblici e delle associazioni che si occupano di problematiche connesse alla vista – hanno discusso da pari a pari. Questa strategia è proprio alla base del nostro accordo di prestazione. Altrettanto importante – oltre all’elaborazione delle misure di intervento – è stato l’incontro tra i diversi operatori. Il principio inclusivo ha reso possibile – ad esempio – che la direttrice di una scuola universitaria professionale venisse a contatto diretto con le difficoltà che una giovane disabile affronta nel corso della propria formazione. Anch’io ho beneficiato dell’incontro con i diretti interessati.
In che forma?
Ho avuto l’incarico di accompagnare dalla stazione una studentessa che ci raggiungeva per la pausa pranzo: abbiamo preso il bus insieme. Tale esperienza ha contribuito a rendermi cosciente di quanto sia difficile orientarsi, senza la vista, nella vita quotidiana. Sebbene tanti provvedimenti siano già stati implementati, molti restano gli ostacoli da abbattere.
Grande offensiva sulla formazione continua
Agli inizi del 2017 è entrata in vigore la nuova Legge federale sulla formazione continua (LFCo) che intende promuovere trasparenza, qualità e pari opportunità nell’ambito della formazione continua. La Confederazione ravvisa necessità d’azione soprattutto nell’ambito delle competenze di base quali leggere, scrivere, espressione verbale, nozioni semplici di matematica e applicazione di tecnologie digitali. I Cantoni sono tenuti a promuovere strutture a beneficio soprattutto di persone facenti parti di gruppi sociali non particolarmente sensibilizzati sulle questioni della formazione e, per tale loro attività, ricevono fondi dalla Confederazione. In parallelo, sono disponibili mezzi finanziari per prestazioni sovraordinate offerte dalle organizzazioni della formazione continua. I requisiti richiesti per tali organizzazioni: devono però operare a livello nazionale, non essere orientate al profitto e non essere focalizzate su un singolo tema. Le organizzazioni della formazione continua possono presentare richieste per il finanziamento di progetti. La Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) ha stipulato accordi di prestazione con sette partner per il periodo 2017 – 2020, assegnando 2,7 miliardi di franchi. Tre quarti dell’assegnazione vanno ai due grandi operatori: Federazione svizzera per la formazione continua (FSEA) e Federazione svizzera Leggere e Scrivere. L’organizzazione dei lavoratori Travail.Suisse Formation riceve scarsi 44 000 franchi, pari al 2 per cento dell’intero importo. Il budget per il suo progetto a favore di ciechi e ipovedenti è di 60 000 franchi.